giovedì 14 dicembre 2006

La rivoluzione che non arriva

Per 25 anni i personal computer sono diventati sempre più potenti,
ora fanno veramente un sacco di cose, si comunica tanto,
si crea tanto, e ci si sbrigano faccende.
La potenza ora va bene, sarebbe ora che gli sforzi venissero diretti
verso un altro fronte: i computer devono diventare semplici, ma veramente semplici.
Sono convinto che uno strumento raddoppi il suo valore se è utile al doppio della gente.
Chi sa usare i cellulari non pensa che siano i cellulari ad essere sbagliati, ma sono i bacucchi retrogradi che dovrebbero impratichirsi di più.
I cellulari di oggi sono una vergogna, mio zio non ce la fa ad usare la rubrica, non dico gli sms!

Il punto cruciale è che la rivoluzione non la può fare chi il computer non lo sa usare.
Chi la dovrebbe fare, gli informatici o i commercialisti?
Gli informatici sono una massa di geek che pensano che il mondo debba diventare tutto geek.
Per loro è più importante che il computer guadagni il 20% di velocità anzichè possa essere usato anche da qualcun altro.
Insomma, mancano le premesse, chi ha il potere di fare la rivoluzione non se ne sbatte una minchia.
E allora? Mi sa che dobbiamo aspettare una generazione più giudiziosa, più benevolente nei confronti dell'umanità. Nel frattempo buona camicia a tutti...

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